La raccolta e la selezione accurata di materiali naturali e il loro ri-uso creativo è il segno d’identità delle opere e del progetto d’arredamento. Legno e radici dal mare con splendide nodature a vista, vetri e sassi raccolti sulle spiagge opportunamente trattati, grani di sale, fossili di provenienza arborea come l’agata, l’ambra e l’opale, vengono utilizzati per costruire lampade, paraventi e cornici di specchi.
Le tecniche lavorative messe a fuoco attraverso anni di ricerche e sperimentazioni uniscono tradizioni antiche come il “ramage” celtico, a innovazioni del tutto originali come l’uso della cartapesta come medium di raccordo (ad esempio fra legno e vetri del mare).Sempre in cartapesta, ma in un ruolo più visibile e decorativo sono le lampade e cornici floreali tinteggiate in acquarello e protette da smalti ad acqua.
Vittorio Renzi dimostra sin da piccolo una spiccata fantasia e curiosità per le arti. Dopo aver frequentato la scuola del mosaico a Ravenna, si diploma a Bologna al liceo linguistico e si sostiene con manufatti e burattini in cartapesta, i quali vengono vestiti dalla sua grande amica Siria Cocchi. Anche il disegno lo appassiona molto e il periodo trascorso insieme ad Andrea Pazienza, gli sviluppa una matita dal tratto originale e versatile. Vive la grande rivoluzione del 68 con il movimento studentesco e le lotte operaie, in quelle notti e anche negli anni successivi, trascorre il tempo tra gli artisti e gli amici che frequentano la trattoria Da Vito e l’Osteria delle Dame; tra loro c’è il grande amico Giulio Predieri, che tra una partita di tarrochino bolognese e l’altra, passa lunghe nottate con Vittorio a scrivere rime baciate e a disegnare…E qui nasce “capre e cavoli”.
Sono anche gli anni dove iniziano i grandi viaggi, con il Magic Bus fino in India e poi le Americhe, fino ad arrivare (intorno gli anni 80) a New Orleans, dove perfeziona l’uso della cartapesta costruendo carri mascherati per i carnevali…New Orleans lo accoglie calorosamente, nasce l’amicizia con lo sceneggiatore di opere teatrali Dalt Wonk e insieme progettano la Laughing Lady.
Nel 93, dopo tanto girovagare ritorna nella città natale, Riccione. Nella casina dell’artista le porte sono sempre aperte, giorno e notte, è un punto d’incontro per chiunque senta la voglia di condivisione, di scambi culturali e artistici…Tra i tanti amici che frequentano la casa, vi è Mario-Ezrna Rossi, scultore e pittore, ricordato soprattutto a Riccione per la sua biografia degna di un romanzo. Vi è anche Marina Vanni, allieva di Vittorio nella scuola di cartapesta; (Marina attualmente espone le sue opere nell’emporium di Riccione, una meta obbligata per chi coltiva la passione e il gusto dell ‘arredo naturalistico). I tre si ritrovano a fare lunghe passeggiate sulla spiaggia in cerca di legni contorti, vetri satinati dal mare e conchiglie. E’ così che nasce e si concretizza la visione che hanno in comune nella mostra “Aspettando i Barbari”; è il 1995 e nel medesimo anno incontra Mara, la compagna che le starà accanto tutta la vita, con lei crea Shibumi e le lampade in chicchi di riso…Mara si occuperà anche della ricerca continua dei materiali e di aiutare nel concretizzare le idee fantasiose e scoppiettanti di Vittorio.
Vittorio R. ha dedicato la sua vita tra arti creative, viaggi e intenso studio…Tra le sue passioni i libri prendevano il posto primario, spaziava dalla letteratura classica, i romanzi, la storia, l’antropologia e in primis fra tutti, la mitologia greca. Oggi conservano la sua eredità e i suoi preziosi insegnamenti la compagna di vita, Mara e la loro figlia Siria.